Ivan Cavallari, il bolzanino più amato dai canadesi
Dopo una lunga carriera da ballerino, dirige “Les Grands Ballets Canadiens”
Intervista esclusiva a Montreal al gala della danza dedicato a Leonard Cohen
di Patrizia Binco
A giugno dello scorso anno Ivan Cavallari è stato nominato direttore artistico della compagnia Les Grands Ballets Canadiens con sede a Montreal. Un incarico importante che corona una carriera durata quattordici anni prima come danzatore e Primo Ballerino dello Stuttgarter Ballet, poi come coreografo ospite in diversi paesi del mondo tra cui la Cina, infine come direttore artistico di compagnie come il West Australian Ballet di Perth e le Ballet du Rhin in Francia a Mulhouse.
Abbiamo avuto la fortuna di incontrarlo in Canada a Montreal, dove dal 7 al 9 giugno si è conclusa la sua prima stagione con una Soirèe des Etoiles, un gran galà della danza dedicato al tema dell’amore e alla musica del cantautore, poeta, scrittore e compositore canadese Leonard Cohen. Per la compagnia è stata realizzata una nuova sede, un grande palazzo moderno denominato “The Wilder” situato nel cuore della città nella grande Place des Arts, dove si trovano i più importanti teatri e spazi per musica e concerti della città del Quebèc.
Ivan Cavallari, a un anno di distanza del suo arrivo a Montreal riesce a fare un primo bilancio di questa sua nuova esperienza?
è stato un anno turbolento ma eccezionale, perché ho attraversato tutte le emozioni possibili sia dal punto di vista artistico che umano. La compagnia era inizialmente di 35 elementi e l’ho portata a 43, aggiungendo nuovi contratti. Ma non è finita, perché voglio arrivare a 50 danzatori con un repertorio versatile tendente all’avanguardia e nuove creazioni.
Quali sono gli obiettivi principali?
Ottenere una compagnia che raggiunga l’affetto del pubblico di Montreal, il loro attaccamento ad un programma che sia completamente indipendente dai titoli, in modo tale da conquistare la fiducia, perché l’eccellenza presentata parla da sé.
Rispetto agli altri paesi e città dove ha lavorato, che differenze ci sono a Montreal?
Qui vedo ancora una grande opportunità di sviluppo in tutti i sensi, sia artistici che culturali. La compagnia è finanziata da un governo molto sensibile all’arte, ma anche da molti sponsor. La sede dove operiamo è nuovissima, infatti ci siamo entrati proprio nel mese di giugno; si chiama “The Wilder”, ha quattro piani dedicati alla danza, ma all’interno lavorano e convivono sia compagnie classiche che moderne.
L’articolo completo è disponibile sul numero di luglio-agosto di METROpolis – Cultura & Sociale a Bolzano, in vendita in tutte le edicole di Bolzano e in abbonamento.