“L’impero delle luci” di Umberto Russo
Lo studio del notaio bolzanino di origini siciliane è una sorta di galleria d’arte
“Appendo le opere alle pareti per condividere l’allegria che mi trasmettono”
di Mauro Sperandio
“L’impero delle luci”, celebre quadro del pittore René Magritte, stupisce e incanta l’osservatore mostrando il primo piano di una casa immersa nel buio della notte, ma sovrastata da un cielo che chiaramente è illuminato a giorno.
La sobrietà e il rigore dell’oscurità, come la ben definita silhouette degli alberi, sostengono uno spazio celeste per definizione infinito, in cui le nuvole sono simbolo di gioioso estro. Nello studio del notaio Umberto Russo, sulle pareti affollatissime, non trova spazio nessun Magritte, ma è lo studio stesso ad essere un piccolo “impero delle luci”. In questo tableau vivant, il rigore della professione notarile è il sobrio fondamento che sostiene ed alimenta la gioiosa ed esuberante passione per l’arte moderna che distingue lo stimato professionista palermitano di nascita, ma bolzanino d’adozione.
Come nasce la sua passione per l’arte?
Dalla prima elementare alla terza liceo ho studiato all’Istituto Gonzaga dei Gesuiti di Palermo. Conseguita la laurea in giurisprudenza nell’ateneo della mia città, ho frequentato la scuola Notarile del presidente Guido Capozzi a Napoli. Ho vinto quindi nove concorsi e ho scelto Bolzano su segnalazione del prefetto di allora, il dottor Urzì, dopo aver ricoperto per 4 anni la carica di consigliere, nonché di vicecapo di gabinetto del Commissariato del Governo per la Provincia di Bolzano. Non ho quindi fatto studi pertinenti questa mia passione. L’amore per l’arte, quella antica, è nato in casa dei miei genitori, Francesco Russo e Carmen Cifariello. A mia madre, che ne era nipote, devo la parentela con lo scultore napoletano di Casa Reale, Filippo Cifariello.
L’articolo completo è disponibile sul numero di giugno di METROpolis – Cultura & Sociale a Bolzano, in vendita in tutte le edicole di Bolzano e in abbonamento.