Parkinson, è necessario abbattere i tabù
L’Associazione Altoatesina Parkinson si impegna da oltre 20 anni per una maggiore sensibilizzazione della politica verso questa malattia
di Tiziana Buono
“In genere il Parkinson si manifesta in età avanzata. Tuttavia, negli ultimi tempi sono colpite persone sempre più giovani, tra i 35/40 e i 55 anni”.
Ad affermarlo è Alessandra Zendron, presidente dal 2012 (rieletta nel 2017, resterà in carica fino al 2020) dell’Associazione Altoatesina Parkinson e malattie affini. E proprio i malati più giovani possono trarre giovamento dall’arte marziale del Tai Chi, come è stato fatto con successo a Vicenza.
“Vogliamo creare un gruppo sportivo - spiega Zendron - e offrire la possibilità di svolgere il Tai Chi, un’espressione artistica che richiede disciplina, un’attività fisica in grado di coinvolgere la mente e di aiutare coi suoi movimenti ritmici a superare le rigidità dei muscoli interni ed esterni tipiche delle persone colpite dal Parkinson. La malattia procura problemi di movimento tra cui l’effetto freezing (blocco motorio improvviso ndr), causa di cadute”. Proprio per approfondire questa possibilità, lo scorso 1° dicembre è stata organizzata al Centro Pastorale di piazza Duomo a Bolzano la conferenza “Tai Ji e la malattia del Parkinson” tenuta dal professor Roberto Benetti, docente di tecnica e didattica del Tai Ji Quan all’università di Padova.
Fondamentale, per chi soffre di Parkinson, è il sostegno psicologico per gli ammalati. “È difficile - dice la presidente - accettare di avere una malattia incurabile che si aggrava progressivamente nonché convivere con la depressione, uno dei suoi sintomi. Si riducono le capacità cognitive (da non confondere con l’Alzheimer), ossia si sviluppa la difficoltà di organizzare le attività semplici di tutti i giorni . Molti si vergognano ad ammettere di essere malati. Capita purtroppo che alcuni pazienti, a causa della loro difficoltà a camminare, vengano scambiati per ubriachi e per questo derisi”.
Attività per tutti scontate come chiudere un bottone e allacciarsi le scarpe non sono invece sempre alla portata delle persone con il Parkinson. Con l’obiettivo di conservare le abilità residue dei malati ed allungare il più possibile i tempi della disabilità e della perdita di autonomia, l’associazione tiene corsi di motilità fine che insegnano ad esercitarsi nell’uso delle mani per l’attività di cura quotidiana.
“La provincia è ricca - lamenta Zendron - ma si occupa poco dei malati cronici, che soffrirebbero meno se fossero accompagnati in misura maggiore. Abbiamo avuto meno fondi dalla Provincia, che dovrebbe mostrare più attenzione verso queste persone che si sentono abbandonate. Chiediamo da tempo alla sanità pubblica che la cura sia multidisciplinare. La fisioterapia dovrebbe essere considerata con la stessa importanza della cura farmacologica ed essere inclusa nel trattamento terapeutico del paziente, con una presa in carico della persona in continuità”.
L’auspicio della presidente è…
L’articolo completo è disponibile sul numero di gennaio di METROpolis – Cultura & Sociale a Bolzano, in vendita in tutte le edicole di Bolzano e in abbonamento.