Chiara Tanesini, una vita per la danza classica
La grande ballerina bolzanina è adesso insegnante e coreografa di successo
“I nostri talenti non dovrebbero abbandonare l’Alto Adige come ho fatto io”
di Patrizia Binco
Chiara Tanesini è una bolzanina che, grazie a talento e tenacia, è riuscita a realizzare il sogno di tante bambine: diventare una ballerina e danzare nei teatri di tutto il mondo. Adesso è coreografa e insegnante molto apprezzata e dal palcoscenico ha avuto anche l’occasione di passare alle piste di pattinaggio, coreografando per un’atleta di rango internazionale come Carolina Kostner.
Dopo tante esperienze all’estero, come vede la situazione della danza in Italia, anche alla luce della nuova legge sulla danza che, dopo anni, dovrebbe essere finalmente approvata dal Parlamento?
La situazione è sempre più triste, dal punto di vista sia lavorativo - siamo lo Stato europeo con meno corpi di ballo - che pedagogico. La recente chiusura di uno storico corpo di ballo come quello dell’Arena di Verona lo dimostra. Nel resto d’Europa ogni Conservatorio ha la sua sezione danza con un percorso di formazione professionale che permette ai giovani allievi delle scuole di danza di diventare professionisti. Speriamo che la nuova riforma riesca a cambiare qualcosa velocemente, dando nuove opportunità di lavoro. Per quanto riguarda l’Alto Adige, noi siamo una provincia autonoma con tanti talenti e sarebbe finalmente l’occasione di creare una struttura in grado di dare ai nostri ragazzi un diploma scolastico coreutico riconosciuto, senza costringere tanti giovani ad andare all’estero per ottenerlo.
Da qualche anno lei è tornata a Bolzano e recentemente è stata nominata consulente per la danza all’interno della Fondazione Teatro Comunale di Bolzano. Quale è esattamente il suo ruolo e quali sono i suoi obiettivi?
Sono stata nominata presidente della Fondazione ma purtroppo non ho nessun potere artistico decisionale nel campo in cui veramente sono competente, e ciò mi rammarica e mi fa sentire impotente. Sicuramente vorrei poter sfruttare le mie esperienze, uniche in questa provincia, nel migliore dei modi e di poter dare finalmente il mio contributo nell’arte che mi ha dato la possibilità di avere un’eccellente carriera internazionale. Vorrei trasmettere alle nuove generazioni di danzatori ciò che ho imparato in modo più produttivo.
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