Sergio Ronchetti, la passione per la strada
Il comandante da 19 anni della polizia municipale di Bolzano parla di viabilità, del rapporto con i cittadini e di come riesce a gestire ogni giorno 130 persone
di Alan Conti
Nel disegno della vita di Sergio Ronchetti di certo c’è la strada. Lavora in un bell’ufficio lungo via Galilei al comando della polizia municipale di Bolzano affacciato sul passaggio delle auto ma uno sguardo all’orizzonte lo dedica sempre. Per passione e per vocazione. Quando nel 1983 decise di indossare una divisa di vigile urbano a Bolzano, l’idea era quella di abbracciare un lavoro per guadagnare qualche soldo e pagarsi gli studi. È finita che da quasi 19 anni dirige la polizia locale del capoluogo altoatesino.
I riflettori non sono la sua condizione naturale e di certo non risponderebbe mai alla domanda sul perché sia probabilmente tra i comandanti dei vigili più stimati d’Italia ma, ad esclusione di questo, ci concede un incontro a tutto tondo. Tra considerazioni tecniche, professionali e quelle sue passioni che ci portano a viaggiare lontano con lui.
Comandante, partiamo dal bilancio della polizia municipale del 2017. Calano tutte le contravvenzioni, sia in bicicletta sia in automobile ma raddoppiano gli sgomberi. Che succede?
Succede che la figura del vigile urbano sta mutando in modo considerevole. Negli ultimi 5-6 anni abbiamo dovuto cambiare alcune scale d’intervento. La sicurezza stradale rimane centrale perché è il nostro vero servizio alla comunità ma sono aumentate le situazioni legate agli sgomberi come rileva. Il decoro e la sicurezza sono diventati temi centrali.
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