Orchestra giovanile, bacchetta a Stefano Ferrario
Il maestro e violinista è stato nominato direttore per i prossimi quattro anni
Primo concerto a Dobbiaco il 2 settembre nell’ambito di Alto Adige Festival
di Mauro Franceschi
L’Orchestra sinfonica giovanile dell’Alto Adige, l’Orchestra giovanile di strumenti a fiato dell’Alto Adige e il Coro giovanile Alto Adige hanno tre nuovi direttori, in carica per i prossimi quattro anni.
Nel corso della conferenza stampa di presentazione di Stefano Ferrario, Isabelle Ruf-Weder e Johann van der Sandt, lo scorso 16 marzo l’assessore provinciale Philipp Achammer ha affermato che “Le due Orchestre e il Coro costituiscono il biglietto da visita dell’importanza che viene assegnata alla musica giovanile in Alto Adige”, mentre Joseph Feichter, direttore reggente delle Scuole di musica tedesche e ladine, ha ricordato che “finora 1200 giovani musicisti hanno potuto fare musica nelle tre realtà”.
Abbiamo incontrato Stefano Ferrario per chiedergli del suo progetto didattico e artistico rivolto all’Orchestra sinfonica giovanile dell’Alto Adige.
Stefano Ferrario, la musica era una passione condivisa in famiglia?
Nella mia famiglia la musica non era di casa. L’inizio fu casuale: alle elementari un insegnante suggerì ai miei genitori di farmi studiare musica. Per i miei genitori la musica era un arricchimento culturale, non una fonte di lavoro, e così parallelamente agli studi musicali ho fatto gli studi tradizionali, fino al biennio di Ingegneria. Dopo ho scelto di fare della musica la mia professione.
Ricorda il primo giorno in orchestra?
Ricordo il mio primo giorno nella Schleswig-Holstein Musik Festival Orchester. Rimasi stupito del suono dell’orchestra, una grande orchestra sinfonica: fu un impatto bellissimo. Un ricordo particolare è quello della prima prova con L’Orchestra giovanile della Comunità europea (EUYO) diretta da Bernard Haitink. Il maestro che tutti ammiravamo tremava. Chiedemmo all’assistente “come mai?” e ci rispose che Haitink, pur avendo diretto le orchestre più importanti al mondo, con noi giovani si emozionava di più, perché sapeva che avevamo grandi aspettative. In una successiva occasione, alla fine di un concerto della EUYO per la BBC ci disse: ”Questo è un paradiso. Nel vostro futuro, anche per chi suonerà nelle orchestre più prestigiose, non troverete più un ambiente così, con un coinvolgimento totale e tanta energia positiva”. Era un’affermazione malinconica e reale, ma aggiunse... “le emozioni e la voglia di far bene che qui avete appreso, vi accompagneranno per tutta la vita, an-che al di fuori della musica”. Un grande maestro!
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