Simma, una passion e per la musica lunga 50 anni
Dal Nuovo Canzoniere Veneto di Bertelli al brano “rubato” da Jo Squillo. Nel 2018 uno spettacolo con testi di Camin e un cd con poesie di Caser
di Daniele Barina
Brunicense d’origine, bolzanino d’adozione, Benno Simma è uno dei musicisti più conosciuti in ambito locale, oltre che artista a tutto tondo, designer, etnomusicologo. Bilingue per elezione e non per forza, dal 1968 sarà chitarra e voce del Nuovo Canzoniere Veneto di Gualtiero Bertelli e poi protagonista attivo delle lotte politiche culminate nell’utopico mese di occupazione dell’ex Monopolio Tabacchi di Bolzano nel 1979.
Lo incontriamo proprio nell’area dove sorgeva l’edificio simbolo della rivolta e su cui ora insiste il Museion.
In relazione all’impegno politico giovanile per una diversa convivenza, a quarant’anni dall’esperienza del Monopolio, cosa si può dire?
Al tempo italiani e tedeschi si univano per la prima volta in senso concreto, con uno scambio vero tra loro. Andava la canzone popolare politica e avevamo un’associazione chiamata Südtiroler Kulturzentrum che faceva da contraltare all’ufficialità del Südtiroler Kulturinstitut che anziché promuovere la cultura locale, importava a pagamento dall’Austria e dalla Germania pezzi artistici e teatrali. Fondammo anche l’Arbeitersinggruppe Bozen, che proponeva canzoni popolari italiane come Addio Milano bella e i canti delle mondine. C’era un fermento che ora non sento più. Preoccupa la mancanza di dialogo e scambio causata dal finanziamento separato, vediamo due treni che viaggiano paralleli con i vetri fumé.
Uno smacco per un madrelingua tedesca che parla perfettamente l’italiano?
Il nome Ufficio per la cultura tedesca ci dice già tutto: non promuove in lingua tedesca ogni forma di cultura, ma nasce per germanizzare culturalmente gli abitanti. La cultura vive di finanziamenti e ci si piega a dichiararsi di cultura tedesca a garanzia che tu non chieda i soldi anche agli italiani. È improprio persino chiamare questi uffici “ripartizioni”, poiché assistiamo sempre a una “spartizione” in tre parti. A me sarebbe convenuto non essere bilingue, ma solo italiano o tedesco. Qui le vacche che stanno nella propria stalla e non vanno in quella dell’altro sono preferite, lo dico con delusione mista a ironia. Gli ideali nostri erano diversi...
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