Bluegrass, la scheggia impazzita del country
Federico Minzoni e Francesco Mosna, connubio sull’asse Bolzano-Trento
“Il folk non è politica ma alterità, non è militante e dunque non morirà mai”
di Daniele Barina
La Poa pratensis, da noi volgarmente detta erba fienarola, cresce in Europa, Asia e Africa del nord, così come negli Stati Uniti d’America dove questa pianta allergizzante dai riflessi blu non ha infestato solo i prati rasati o i giardini, ma dagli Anni ‘30 anche l’immaginario collettivo e il gusto musicale della nazione.
La Bluegrass of Kentucky, per impulso del mandolinista Bill Monroe considerato appunto il padre del bluegrass, si farà da allora anche genere musicale: il bluegrass, in pratica una scheggia impazzita del country che l’addiziona di stilemi tratti dal jazz nero delle origini e di tanta velocità d’esecuzione. Che questi antichi germogli potessero attecchire alle praterie mentali dei nativi digitali della nostra regione non era affatto scontato, invece il bolzanino Federico Minzoni e il trentino Francesco Mosna, rispettivamente classe ’86 e ’90, propongono con le loro due chitarre acustiche e le voci proprio un programma che spazia dall’hillbilly al bluegrass.
L’articolo completo è disponibile sul numero di aprile di METROpolis – Cultura & Sociale a Bolzano, in vendita in tutte le edicole di Bolzano e in abbonamento.