I molteplici linguaggi dell’arte
L’arte contemporanea inaugura il 2018 con proposte e idee raccontate attraverso diversi media: quattro mostre da vedere
di Corinna Conci
L’arte contemporanea inaugura il nuovo anno con proposte e idee raccontate attraverso diversi media, dalla fotografia all’installazione, dalla pittura al video.
Negli spazi della galleria Antonella Cattani Contemporary Art figure allungate ci accompagnano dentro un altro livello di percezione, chiamato inconscio collettivo. La mostra “Grace” di Elisabeth Sunday dimostra forte impatto emotivo attraverso fotografie di grande formato in bianco e nero, che richiamano un umano e un naturale impossibili da scindere. L’Africa con i suoi deserti e le sue acque è lo scenario che fornisce potenti vortici ancestrali, universali. Fino al 10 gennaio.
Una collettiva visitabile fino al 10 febbraio presenta le diverse realtà degli artisti della galleria Alessandro Casciaro. Si parte dai nomi della nuova generazione, come quello di Leander Schwazer che lavora con giochi di parole su schermi illuminati, fino ad arrivare ai grandi artisti del territorio come Karl Plattner. Attraverso diversi materiali rappresentano la scultura Aron Demetz, Eduard Habicher, Hubert Kostner e Chiara Dynys con un libro in metacrilato rosso della serie “Tutto, niente/Hole, Whole”. Spicca un frammento murale di una tipica città italiana firmato da Andrea Facco. L’artista presenta una nicchia che ospita una Madonna del ‘300 lavorata con la tecnica dell’affresco e messa in dialogo con segni di graffiti contemporanei. Non mancano i disegni di Markus Vallazza, Lois Anvidalfarei, Domenico Grenci e la pittura di Pedro Cano e Antonello Viola. Si fanno notare un’opera di Mario Schifano della serie “biciclette” e l’inconfondibile esplosione colorata bidimensionale di Robert Pan. Presente anche Arnold Mario Dall’O con una stampa su alluminio di soggetti apparentemente banali ricontestualizzati e resi raffinati ed eleganti. Un autoscatto di Urs Lüthi viene esposto per la prima volta in galleria: si tratta di un lavoro fotografico con interventi di post produzione. Rappresentano il media della fotografia anche Sissa Micheli con uno scatto dall’ultima mostra personale “On the Process of Shaping an Idea into Form through Mental Modelling” e Giovanni Castell con una meravigliosa opera di fotografia notturna stampata su grande formato.
Quale ruolo ricoprono le immagini nelle relazioni internazionali? La diplomazia culturale può rivelarsi uno strumento ideologico potente? A queste domande risponde “Image Diplomacy”, prima personale italiana dell’artista Vladislav Shapovalov, ospitata negli spazi della galleria ar/ge kunst a cura di Emanuele Guidi. Cresciuto nella Russia post 1989 e da anni residente a Milano, Shapovalov affronta l’eredità culturale e politica del “progetto Comunista” come articolato dall’Unione Sovietica, costruendo un punto di vista a partire dalla propria biografia.
Il progetto è iniziato dal ritrovamento presso l’Associazione Italia-Russia di decine di faldoni contenenti mostre fotografiche e film sugli aspetti più diversi della vita in Unione Sovietica come per esempio lo sport, la vita domestica e pubblica, la geografia e l’architettura fino all’emancipazione femminile e le esplorazioni spaziali. La diffusione di questi materiali era utile per promuovere nel mondo l’immagine di un progetto emancipatore, alternativo a quello capitalista-americano.
Queste mostre erano ideate dalla Società per le Relazioni Culturali con i Paesi Stranieri (VOKS) e fatte circolare attraverso il network delle associazioni amiche fondate in moltissimi paesi dai simpatizzanti per l’esperimento sovietico.Uno dei nuclei della ricerca di Shapovalov si focalizza sui sistemi di allestimento e tecniche espositive di queste mostre, riproposte ora in galleria. Inoltre nella seconda sala di ar/ge kunst è proiettato un film dell’artista, che documenta sia il progetto dell’internazionalismo socialista che ambiva a unire i paesi del secondo e terzo mondo, sia il progetto universalista americano attraverso la storia della mostra “The Family of Man”, organizzata dagli Stati Uniti al MOMA di New York nel 1955 e presentata in 69 Paesi del mondo.
L’articolo completo, con l’elenco delle mostre di gennaio, è disponibile sul numero di METROpolis – Cultura & Sociale a Bolzano, in vendita in tutte le edicole di Bolzano e in abbonamento.