Cyberbullismo, anche l’Alto Adige ne soffre
Nella nostra provincia si stima che il 15% dei giovani sia vittima di bullismo La psicoterapeuta Martina Valentini: “L’importante è non restare indifferenti”
di Rosanna Oliveri
Dati certi non ce ne sono, ma una cosa è certa: bullismo e cyberbullismo, la variante digitale, sono tra i peggiori mali che affliggono gli adolescenti di oggi.
La legge sul bullismo del 2017 ha dato chiare definizioni dei fenomeni: il bullismo è l’aggressione o la molestia ripetuta a danno di una vittima in grado di provocarle ansia, isolarla o emarginarla attraverso vessazioni, pressioni, violenze fisiche o psicologiche, minacce o ricatti, furti o danneggiamenti, offese o derisioni. Se tali atti si realizzano con strumenti informatici si ha il cyberbullismo, ossia il bullismo telematico e informatico.
“Bullismo e cyberbullismo non sono facili da rilevare. Esistono diversi sistemi di monitoraggio. Per l’Alto Adige ci sono poche cifre specifiche, ma si stima che circa il 10-15 per cento di tutti i giovani altoatesini siano stati vittima di bullismo”, specifica la dottoressa Martina Valentini, psicologa e psicoterapeuta di Bolzano, che da anni si occupa del fenomeno incontrando anche classi delle scuole della provincia. La dottoressa non nasconde la soddisfazione di poter finalmente parlare di questo fenomeno per ribadire l’importanza della prevenzione.
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