Auto e mutuo aiuto, l’unione dà la forza
La Federazione per il Sociale e la Sanità assiste in provincia oltre 200 gruppi
Le responsabili: “Gli incontri permettono di convivere meglio con la malattia”
di Tiziana Buono
Il mondo dei gruppi di auto e mutuo aiuto è assai vario. I gruppi non sono strutture stabili, vivono un processo di continua trasformazione: si consolidano gruppi “storici” e ne nascono di nuovi, alcuni si estinguono e altri cambiano temi e obiettivi. Alcuni gruppi poi nascono e si sviluppano in seno alle associazioni, altri ancora si trasformano in associazioni.
Ai gruppi della provincia di Bolzano offre informazioni, sostegno e consulenza il Servizio per Gruppi di auto aiuto della Federazione per il Sociale e la Sanità. Il team è costituito dalle responsabili (l’assistente sociale Irene Gibitz e la psicologa Julia Kaufmann), dalla direzione, dalla segreteria e da altri servizi della FSS.
Abbiamo sentito Irene Gibitz e Julia Kaufmann nonché il responsabile delle comunicazioni Alexander Larch per chiedere conto di alcuni aspetti dei gruppi: come si sono evoluti nel tempo? Qual è la loro essenza? Quali le finalità? Quali i possibili effetti fruttuosi e quali le criticità?
Come detto, negli anni i gruppi hanno mutato pelle. Al riguardo Julia Kaufmann osserva: “Una volta i partecipanti si concentravano solo sulla loro malattia o difficoltà. Ora si guarda maggiormente alle risorse delle persone e alle prospettive future”. Non solo. La classica immagine delle persone sedute in cerchio, consegnataci non di rado dal cinema, non è più l’unica forma che può assumere un gruppo. Irene Gibitz dice: “Ora ci si incontra anche in attività del tempo libero, raduni o gite, a tavola e via chat. I gruppi virtuali, utili per chi non si può muovere o non se la sente inizialmente di farsi vedere dagli altri, in molti casi motivano a frequentare in seguito i gruppi dove ci si ritrova fisicamente”.
Sui possibili luoghi di incontro non c’è formalità. “Per ogni gruppo è comunque importante avere una propria sede. La Federazione aiuta i gruppi a trovare un locale dove potersi riunire gratis”, rammenta Larch, che sottolinea come sia altresì cambiata l’età dei partecipanti: “Sempre più giovani si rivolgono all’auto aiuto, in particolare persone molto sensibili o con problemi legati alla salute mentale, a disturbi alimentari o a dipendenze”.
Il fine dei gruppi è sostenersi reciprocamente, affinché ciascuno tragga energia per affrontare al meglio le sfide della quotidianità. Spiega Gibitz: “La filosofia dei gruppi è impegnarsi per se stessi, mettersi in relazione diretta con gli altri e condividere la propria esperienza di vita. La solidarietà e l’accoglienza reciproche fanno bene. I partecipanti crescono, strada facendo. Anche i più timidi si sentono incoraggiati a fare il primo passo e poi i successivi. Alla fine le persone si sentono più sicure di sé”.
Le fa eco Kaufmann: “Nell’ambito delle patologie croniche la maggior parte dei partecipanti ai gruppi di auto e mutuo aiuto trae beneficio dagli incontri, in particolare riesce a convivere meglio con la malattia, ad accettarla, a parlarne serenamente con altri ed a gestire meglio le situazioni di tutti i giorni. Il passo più difficile è decidere di entrare nel gruppo. Molti riflettono anche per mesi. Dinanzi alla novità del gruppo, specie la prima volta, tanti si agitano”.
L’articolo completo è disponibile sul numero di luglio-agosto di METROpolis – Cultura & Sociale a Bolzano, in vendita in tutte le edicole di Bolzano e in abbonamento.