Alla scoperta del cammino di San Giacomo
Ulderico Squeo, presidente di AIDO Bolzano, ha percorso 120 km in 7 giorni assieme alla figlia Stefania: “Un modo di scoprire se stessi e il nostro territorio”
di Paolo Florio
Alzi la mano chi sa che in Alto Adige esiste un tratto del Cammino di Santiago di Compostela. Non tantissimi vero? Per averne conferma basta chiedere a chi questo percorso – che da Prato Drava attraverso le valli Pusteria e Isarco porta al Brennero per poi concludersi al duomo di San Giacomo di Innsbruck – l’ha fatto.
I protagonisti di questo viaggio sono il 72enne Ulderico Squeo, presidente della sezione bolzanina dell’AIDO (Associazione Italiana Donatori Organi), e sua figlia Stefania di 33 anni. Dal 27 maggio al 2 giugno scorsi hanno macinato la bellezza di 120 chilometri in sette giorni, partendo appunto dal confine orientale con l’Austria per arrivare al valico del Brennero. I due peraltro non sono nuovi a esperienze del genere: “Due anni fa – racconta Ulderico – abbiamo percorso la Via Francigena che da Viterbo porta a Roma, coprendo 110 km in cinque giorni”.
Ma cosa spinge padre e figlia a percorrere vie, oggi in gran parte asfaltate, per secoli battute da pellegrini che si recavano in luoghi di culto?
“Non è una questione di fede quanto piuttosto un modo di scoprire se stessi, i propri limiti. Nel mio caso, pur essendo un gran camminatore, non ero mai andato oltre la classica escursione di un giorno. Dopo aver provato percorrendo la Via Francigena cosa significa camminare per più giorni, stavolta volevo scoprire quegli angoli nascosti del nostro territorio che non si vedono neanche in bici ma solo camminando a piedi”.
Qualche esempio? “Beh, innanzitutto la sorgente della Drava, il fiume che nasce come un rigagnolo nel comune di Dobbiaco e dopo oltre 700 km sfocia nel Danubio, al confine tra Croazia e Serbia. E poi chiesette, vie crucis, paesini che altrimenti non si conoscerebbero mai”.
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