La concertista che insegna violino ai bambini
Ilaria Miori è un’artista di fama internazionale che propone il Metodo Suzuki
Ai primi di agosto i suoi allievi suoneranno due volte con l’Accademia Mahler
di Mauro Franceschi
Ilaria Miori è una violinista bolzanina apprezzata in contesti internazionali. Accanto all’attività di concertista, da tempo si dedica all’insegnamento del violino seguendo il Metodo Suzuki. Questa estate avremo la possibilità di ascoltare alcuni suoi giovanissimi allievi suonare accanto ai talenti dell’Accademia Mahler. L’abbiamo incontrata per saperne di più sul Metodo Suzuki, sulla possibilità di suonare bene e con gioia musica classica fin da piccoli e del Progetto Suzuki Bolzano 2018.
Ilaria, quali sono le specificità del Metodo Suzuki?
Per il bambino l’apprendimento della lingua madre avviene attraverso l’ascolto, l’imitazione, la ripetizione e correzione da parte dell’adulto delle sue prime parole. Suzuki, nella seconda metà del secolo scorso, ha sviluppato per la musica un Metodo che segue un processo analogo. Oggi l’insegnante presenta ai giovanissimi allievi un cd per ascoltare le musiche che suoneranno, e poi insegna per imitazione le prime semplici frasi musicali, correggendo passo passo gli errori del bambino. All’inizio non si legge la musica. Il Metodo è nato per il violino - Suzuki era violinista - e oggi viene applicato a tutti gli strumenti ad arco nonché a flauto, chitarra, mandolino, pianoforte, arpa e fisarmonica.
A quanti anni si può iniziare lo studio del violino?
Già a quattro anni.
È importante iniziare lo studio di uno strumento da giovanissimi?
Suzuki era convinto che “non esiste persona senza talento” almeno in un ambito, sia questo la musica, la pittura, il calcio o altro. Studiare uno strumento significa offrire l’opportunità al bambino di scoprire e sviluppare il proprio talento.
Il corso Suzuki è rivolto a coloro che intendono diventare professionisti?
Il corso è rivolto a tutti. Elemento fondamentale della pedagogia Suzuki è il suonare assieme, per imparare ad ascoltarsi, con rispetto reciproco, e ad aiutarsi. Suonare lo strumento richiede l’utilizzo dei due emisferi del cervello: così il bambino sviluppa la memoria, la coordinazione, vista e udito. È uno sviluppo fisico, psichico e anche sociale: per Suzuki un “affinamento dello spirito”. La musica come disciplina forma cittadini migliori. Lo studio viene proposto in modo rigoroso, per dare la possibilità di riuscita a chi poi intenda intraprendere la professione.
L’articolo completo è disponibile sul numero di luglio-agosto di METROpolis – Cultura & Sociale a Bolzano, in vendita in tutte le edicole di Bolzano e in abbonamento.